Piccola guida al sostegno psicologico di chi si prende cura di un familiare bisognoso di assistenza. Quando è necessario e a chi rivolgersi.
Senso di impotenza. Frustrazione. Forte stato di stress. Sono solo alcuni dei contraccolpi psicologici che possono investire i caregiver familiari. E nemmeno i più gravi. Ma sottovalutarli può voler dire rischiare di degenerare nel cosiddetto ‘burden’, il crollo psico-fisico di chi assiste una persona, che sia un familiare o meno, in condizioni di fragilità. Un effetto che influisce sulla salute del caregiver stesso e si ripercuote inevitabilmente sulla qualità dell’assistenza al malato, nonché su tutta la famiglia.
Il caregiver: chi è e cosa fa?
L’ultima indagine Istat stima che in Italia i caregiver rappresentano oltre il 17% della popolazione - almeno 8,5 milioni di persone - prevalentemente donne, di cui il 60% disoccupate.*
Il termine caregiver indica colui o colei che aiuta una persona non più autosufficiente (a causa dell’età avanzata oppure di patologie invalidanti) a svolgere le proprie mansioni. Un’assistenza a tempo pieno o parziale volta a soddisfare tutte le necessità di cura: dai bisogni di tipo strettamente fisico, come il cambio del pannolone o l’igiene personale; alla pulizia della casa; alla somministrazione dei pasti e dei farmaci; alle attività di tipo amministrativo, come la riscossione della pensione; al supporto emotivo, come il fatto di stimolare l’assistito a rendersi attivo nel corso della giornata.

I caregiver prestano assistenza. Ma chi assiste i caregiver?
E ancora: come si affronta il peso dell’assistenza quando si comincia a percepirne i sintomi? Quali sono i segnali che devono far scattare un campanello d’allarme? Quali le cause scatenanti?
Le risposte a queste domande non possono essere univoche. Parlando direttamente con alcuni caregiver, emerge un aspetto comune: occuparsi di una persona in difficoltà molto spesso vuol dire non staccare mai la spina, far fronte a un impegno totalizzante e pervasivo.
Si stima che più del 50% dei caregiver sia a rischio depressione. Basti sapere che da un’indagine risulta come usino il 70% in più di farmaci prescritti rispetto ai controlli e una maggior quota di psicofarmaci rispetto alla popolazione generale.**
Depressione, ansia, insonnia, sono alcuni dei sintomi che possono colpire i caregiver, sintomi per i quali è necessario determinare il livello, la tipologia clinica e la causa, per ottimizzare tutti gli interventi psicologici, sociali e farmacologici finalizzati a ridurli.
Il forte senso di responsabilità che li colpisce può spingere i caregiver a mettersi in secondo piano. Finendo, per mancanza di tempo e stimoli, a trascurare sé stessi e la propria salute. Con tutte le conseguenze che ne derivano. La sindrome che ne scaturisce e si evidenzia sotto forma di ‘burn out’ non va sottovalutata.
Questo sovraccarico di responsabilità, nelle situazioni più impegnative, può degenerare in quella condizione di sofferenza chiamata ‘effetto burden’ - ossia in uno stato psico-fisico di profonda afflizione.
Il consiglio? Non isolarsi. Parlare, parlare, parlare. Esprimere i propri bisogni e il proprio disagio. Se necessario, anche con un professionista. Qui è possibile trovare un elenco di psicologi, psicoterapeuti, psicoanalisti e psichiatri suddivisi per regione.
L’effetto ‘burden’ può essere prevenuto?
Sì, il ‘burden’ può essere prevenuto. Esistono vari modi per farlo. Partendo dalle cose più semplici, come imparare ad esprimere i propri bisogni e a concedersi momenti di stacco.
Il confronto con uno psicologo, in tal senso, può essere prezioso per riconoscere, accettare ed elaborare il vissuto. Sia quello legato al parente anziano, sia quello legato al prestatore di cura.
Il caregiver ha il dovere di chiedere aiuto. Innanzitutto, informandosi rispetto a quelle che sono le opportunità a disposizione che la legge garantisce. In secondo luogo, legittimando i propri spazi, siano essi all’interno dell’ambito domestico o al suo esterno. Cruciale diventa la figura del partner, che può alleviare il peso della responsabilità dell’assistenza assumendosene una parte in un momento particolare della giornata o in base alle necessità.
Affinché il caregiver possa prendersi cura del proprio caro, è fondamentale che riesca a prendersi cura di sé stesso.
Di seguito alcuni indirizzi di sostegno ai caregiver a cui rivolgersi, suddivisi regione per regione:
Trentino-Alto Adige: http://www.trentinosociale.it/index.php/Servizi-ai-cittadini/Guida-ai-servizi/per-tipo-di-servizio/Ascolto-e-sostegno/Punti-d-ascolto-per-il-cittadino
Friuli-Venezia Giulia: https://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/salute-sociale/interventi-socio-sanitari/FOGLIA23/
Veneto: https://demenze.regione.veneto.it/servizi/i-servizi-domicilari
Emilia-Romagna: https://caregiver.regione.emilia-romagna.it/mappe/associazioni-caregiver/elenco-testuale-delle-associazioni-per-i-caregiver
Toscana: https://www.regione.toscana.it/prontobadante
Umbria: https://www.regione.umbria.it/sociale/uffici-della-cittadinanza
Marche: https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Sociale/Disabilit%C3%A0
Lazio: https://www.regione.lazio.it/cittadini/sociale-famiglie/disabilita/disagio-psichico
Abruzzo: https://iosonoancoravivo.org/il-percorso-sla-del-caregiver-familiare/
Campania: http://www.fse.regione.campania.it/wp-content/uploads/2020/10/Linee-Guida-Caregiver-Misura-8.pdf
Basilicata: https://gravissimi.regione.basilicata.it/cose.html
Molise: https://www.farmindustria.it/app/uploads/2021/04/DGR-82_2021-fondo-sostegno-caregiver.pdf
Puglia: https://www.sistema.puglia.it/portal/page/portal/SolidarietaSociale/FondoCaregiver
Sicilia: https://www.anmictrapani.it/2021/02/02/caregivers-un-passo-avanti-per-il-loro-riconoscimento-finanziato-il-fondo/
Sardegna: https://www.sardegnaewelfare.it/destinatari/persone-disabili-e-non-autosufficienti/
*Istat - Conoscere il mondo della disabilità
**La qualità di vita dei caregiver - Patrizia Mecocci Istituto di Gerontologia e Geriatria Università degli Studi di Perugia